è un comune italiano di circa 6500 abitanti della Provincia di Como in Lombardia.
Albavilla, in maniera non dissimile a tutto il Piano d’Erba, conosce la presenza dell’uomo sin dalla Preistoria, come attestano i reperti rinvenuti nel Buco del Piombo. Anche i ritrovamenti riconducibili alla dominazione romana, tra cui monete, utensili, anfore, bronzi e terrecotte, sono abbondanti. In epoca medioevale è il passaggio del Barbarossa a segnare profondamente la località. Nella frazione di Carcano, infatti, sono rintracciabili i resti di quel suo Castello dove si asserragliarono i militi in ritirata. Anche della dominazione napoleonica rimangono tracce: basti pensare all’Alpe del Viceré, l’altopiano che si allarga dai contrafforti del Monte Bolettone (comodamente raggiungibile dal paese attraverso una strada percorribile anche in automobile) e che deve il suo nome a Eugenio di Beauharnais, Viceré d’Italia e figliastro di Napoleone. Da sempre meta di villeggiatura, oggi più che mai per i milanesi in particolare, Albavilla già dal nome (il termine “villa” indica una residenza vacanziera) ben si presta ad identificarsi come località di soggiorno in una zona di pascoli montani. Per non tralasciare la cultura popolare, come non menzionare l’antico proverbio “quand al vegn la fous d’està, la stagion la va a maa.”, che si ricollega ad un elemento centrale dei territori brianzoli, quello dell’acqua. Secondo il detto, la stagione non sarebbe stata propizia qualora l’acqua fosse passata nel “fous” durante l’estate. Il “fous” (la foce), situato nel centro storico, è un antico lavatoio utilizzato in passato per il lavaggio del bucato.
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PIAZZA DI CARCANO
Sita al termine di via Don Carlo Belloni, dalla piazza in cui sorge la chiesa di San Dionigi è possibile ammirare un bellissimo panorama sul Lago di Alserio. Il percorso attraversa sentieri rurali di particolare bellezza, fino a toccare l’antica chiesa di Santi Cosma e Damiano, risalente all’XI secolo. Durata della visita: circa un’ora.
PIAZZA DI CARCANO
La Parrocchia di San Dionigi, situata nella piazza della località di Carcano Inferiore, è immersa oggi in un’oasi di tranquillità e pace. Circondata da alberi, domina la collinetta sulla quale è posta regalando al visitatore uno splendido panorama: osservandone la facciata è possibile infatti scorgere sullo sfondo il Lago di Alserio. Parrocchia e Lago, pur costituendo un unico spettacolo per gli occhi, sembrano quasi in lotta per conquistare il cuore del visitatore. La facciata della Parrocchia infatti si pone in primo piano, cercando di nascondere alle sue spalle il Lago che, per dispetto, ne ostacola la vista mandando riflessi abbaglianti dove l’acqua si increspa. Questo pacifico scontro, rievoca le ben più violente battaglie che questi luoghi hanno vissuto in passato. La Parrocchia di San Dionigi ed il suo campanile furono infatti eretti nel XIII secolo sui ruderi di un castello presente fino a un secolo prima. A quel tempo Barbarossa, imperatore del Sacro Romano Impero, mirava alla conquista di Milano. Presa parte della Lombardia, l’imperatore subì però la reazione dei Milanesi, che contrattaccarono ferocemente. Le truppe imperiali in fuga scelsero quindi di ritirarsi nell’antico castello di Carcano, esattamente sulla collina dove oggi sorge la Parrocchia. Il rilievo boscoso di oggi, era infatti al tempo una postazione di grande valore strategico: su tre lati era infatti difesa da un vallo naturale che in buona parte dell’anno risultava allagato dalle acque lacustri. I Milanesi assediarono il castello, ma Barbarossa arrivò con nuove truppe in soccorso dei suoi uomini. Lo scontro del 9 agosto 1160 fu tremendo e i Milanesi ottennero la vittoria solo grazie all’intervento in loro favore di Erba. Il castello appena riconquistato fu immediatamente incendiato e demolito. E’ difficile immaginare, nella quiete di oggi, uno scenario tanto cruento. Allontanandoti dalla piazza e dall’eco antico della battaglia, puoi calcare le strade dove sorgeva l’accampamento del Barbarossa. Oggi la località di Carcano è un tranquillo agglomerato di case immerso nel dolce profumo del falso gelsomino che ricopre molti spigoli delle vecchie abitazioni in pietra. Proseguendo la passeggiata fino alla località di Corogna, percorrendo Via per Carcano, si arriva alla Chiesa dei Santi Cosma e Damiano (conosciuta anche come chiesa di San Rocco). Di origine Medievale, più precisamente risalente all’XI secolo, la struttura in pietra ha subito dei rifacimenti tra il XII e XIV secolo, in particolare nella finestra circolare posta sopra il portale d’ingresso. L’unico elemento originale dell’XI secolo è il campanile, con le sue due feritoie e la sequenza di monofora e bifora per lato. L’interno, caratterizzato da un’unica navata con abside semicircolare, contiene affreschi realizzati tra il XV e XVI secolo, raffiguranti i santi a cui la chiesa è dedicata e varie rappresentazioni della Madonna.
PARCO DELL'ALPE DEL VICERÈ
Dalla piazza centrale di Albavilla, piazza Roma, è possibile raggiungere la località Alpe del Viceré con i suoi sentieri, percorrendo via Roscio e via Partigiana. Uno dei sentieri più caratteristici è quello che percorre le sponde del Torrente Cosia, caratterizzato dalla presenza delle “Marmitte dei Giganti”, ovvero cavità profonde e levigate dall’erosione, e da alcune formazioni rocciose sedimentarie in cui si possono rinvenire i fossili di antichi molluschi marini. Durata della visita: circa un’ora e mezzo.
PARCO DELL'ALPE DEL VICERÈ
Albavilla è punto di partenza di molteplici escursioni che portano sui pendii del monte Bolettone, esiste un percorso su misura per le esigenze di qualsiasi persona: potrai camminare tra i boschi fino all’Alpe del Vicerè, potrai sfidare le pendenze in bicicletta oppure i meno avventurosi potranno raggiungere l’Alpe anche in macchina, sfruttando la strada asfaltata ed il parcheggio. Il consiglio per godere appieno della natura di questi splendidi luoghi è ovviamente però quello di percorrere i sentieri a piedi, non occorre essere esperti di trekking, chiunque infatti, prendendosi il suo tempo ed al suo passo, potrà arrivare all’Alpe senza fatica. Il più caratteristico dei sentieri che portano all’Alpe del Vicerè si snoda lungo le sponde del Torrente Cosia. Se percorso nelle prime ore della mattina e senza fare eccessivo rumore si può apprezzare il grande numero e la varietà della fauna che popola i boschi della zona: il gorgoglio dell’acqua coprirà i vostri passi e sarà tanto facile quanto emozionante assistere al risveglio del bosco, dagli scoiattoli che sfrecciano frenetici tra i rami agli uccelli che salutano il nuovo giorno con i loro canti. Oltre agli animali, potrai osservare come lo scorrere del Cosia abbia creato delle tipiche forme di erosione dette “marmitte dei giganti”, o localmente “bottini”: il vorticare della sabbia e della ghiaia trasportate dalla corrente ha infatti scavato nella roccia calcarea delle cavità profonde e levigate che nelle storie raccontate ai bambini servivano da scodelle ai giganti che abitavano il Bolettone. Oltre all’interesse geologico, tutto il monte è di grande rilevanza anche a livello paleontologico: da più di un secolo infatti si susseguono ritrovamenti di fossili di molluschi marini risalenti al Giurassico. Uscito dal bosco più fitto, arriverai all’Alpe del Vicerè, un altopiano situato a circa 900mt di altezza. Il nome dell’altopiano deriva da Eugenio di Beauharnais, figliastro di Napoleone e vicerè del Regno d’Italia, che nel 1810 fece costruire un grande fabbricato su quattro lati per i suoi adorati cavalli, che da Monza portava all’Alpe per il periodo estivo. L’altopiano dal 1935 ospitò anche un “Campeggio per i figli degli italiani all’estero” che in pochi anni fu tramutato in un vero e proprio “Villaggio alpino” in muratura. Usato come presidio militare durante la guerra, fu distrutto dai bombardamenti anglo-americani nel ’45. Oggi l’Alpe del Vicerè è un posto ideale per rilassarsi con la famiglia e gli amici, organizzare un picnic o prendere semplicemente il sole sdraiati sull’erba. Attrezzato con tavoli, angoli barbeque e anche veri e propri ristoranti, è la meta preferita per le gite domenicali delle famiglie della zona. Dall’Alpe i veri sportivi potranno partire per escursioni panoramiche sulle creste del Triangolo Lariano: troverai infatti indicazioni precise per i sentieri che conducono ad esempio alla Baita Patrizi, al Buco del Piombo o al Rifugio Bolettone.
LAVATOIO ALLA FOCE
Il percorso ha inizio nella piazza centrale di Albavilla, piazza Roma, da cui, tramite i caratteristici sentieri del centro storico, è possibile raggiungere l’Antico Lavatoio della Foce e il parco comunale di Villa Giamminola, in via Cavour 13. Proseguendo poi lungo via Ai Crotti e via Panoramica, da cui è possibile godere di un bellissimo panorama sui laghi di Alserio e Pusiano, si raggiunge, in via Santa Maria di Loreto, la Chiesa di Santa Maria di Loreto, del XII secolo. Durata della visita: circa un’ora e mezzo.
LAVATOIO ALLA FOCE
Nel cuore dei vicoli del centro storico di Albavilla è possibile scoprire un luogo capace di teletrasportare indietro nel tempo di più di un secolo: il Lavatoio alla Foce, per la gente del posto semplicemente “La Foce”. Perdendosi nelle vie più strette, tra vecchie case di pietra e piccole finestre dai battenti in legno segnati dal tempo, ci si imbatte in questo scorcio sul passato: in un angolo della strada si trova infatti il vecchio lavatoio pubblico in pietra, dove scorre l’acqua gelida che scende dal monte Bolettone. E’ doveroso fermarsi ad osservare “La Foce” e immaginare le massaie albavillesi piegate a sfregare il bucato sulla pietra liscia inclinata verso il bacino d’acqua. Dalla metà dell’Ottocento nacque la figura della lavandaia che, oltre a quello della propria famiglia, bussava alle case dei più abbienti per farsi consegnare il bucato da lavare in cambio di qualche moneta o addirittura di semplice cibo. Ovviamente tutte le donne del popolo in passato usavano ritrovarsi presso il lavatoio pubblico. Il loro vociare faceva da colonna sonora alle vie del paese di Albavilla, le più anziane intente a sbattere i panni bagnati, le giovani che, esattamente come le giovani di oggi, addolcivano il duro lavoro con le chiacchiere e i ‘gossip’ di paese. Insieme alle madri le bambine, che tra uno schizzo d’acqua e una filastrocca, senza rendersene conto, imparavano i segreti del mestiere osservando l’esempio delle donne più grandi. Esattamente come nella celebre poesia le “Lavandare” di Pascoli, è facile immaginare come le donne attendessero il rientro a casa dei mariti tra le cantilene e il ritmico sbattere della pesante biancheria di lino, canapa o cotone sulla pietra. Queste donne, le cui grandi mani sformate dall’artrite e indurite dall’acqua gelida erano facilmente riconoscibili a prima vista, neanche sapevano che nel 1906, negli Stati Uniti, nasceva la prima lavatrice moderna. A dire il vero, le prime lavatrici in Italia furono scambiate per macchine per montare la panna, data la grande quantità di schiuma che producevano i detersivi aggressivi usati per il lavaggio a mano. Un po’ la diffidenza iniziale delle donne e un po’ le scarse disponibilità economiche del tempo fecero sì che la lavatrice si diffuse realmente solo sul finire degli anni ’50. Ancora per un decennio però il Lavatoio alla Foce fu utilizzato dalle donne di Albavilla, fino al completo abbandono. Per concludere il tour del centro storico di Albavilla puoi procedere verso il parco comunale di Villa Giamminola. Proseguendo per Via Ai Crotti e Via Panoramica, dalla quale si può godere di una splendida vista sui laghi di Pusiano e Alserio, si conclude il tour alla chiesa di Santa Maria di Loreto, una deliziosa chiesetta in posizione sopraelevata che le ristrutturazioni moderne hanno mantenuto simile all’originale aspetto romanico del XII secolo, caratterizzato dalla pietra viva usata per le pareti esterne.
COME RAGGIUNGERE ALBAVILLA
In autobus:
ASF Autolinee
C40 Como – Erba – Lecco
In treno:
Ferrovie Trenord da Milano Nord Cadorna Treno Regionale R16 Asso – Seveso – Milano, scendere a Erba e proseguire il percorso con l’autolinea C40.
In auto:
Da Como: percorrere la SS 342 in direzione Lecco, all’altezza di Tavernerio prendere la SP 639 – viale Lombardia.
Da Lecco: percorrere la SS 36 in direzione Milano, prendere l’uscita Como/Erba e proseguire sulla via Provinciale in direzione Como.
Da Milano: percorrere la SS 36 in direzione Lecco, prendere l’uscita Nibionno SS 342 in di-rezione Anzano del Parco. Ad Anzano del Parco prendere la SP 40 in direzione di Canzo.
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Un Progetto di
Comune di Erba capofila, Comune di Albavilla, Comune di Albese con Cassano, Comune di Alserio,
Comune di Eupilio, Comune di Inverigo, Comune di Lambrugo, Comune di Lurago d’Erba,
Comune di Merone, Comune di Montorfano, Comune di Orsenigo, Comune di Ponte Lambro, Comune di Pusiano,
Sistema Turistico Lago di Como, Lariofiere Como Lecco, Confcommercio Como.
Il progetto “Distretto dell’Attrattività Turistica Expo Green Land” è nato grazie alla partecipazione al bando Regionale “Distretti dell’attrattività Turistica e Commerciale” DDG 14 luglio 2014. Progetto nr. 52574412.